05/03/2025 CORMONS – E’ morto Bruno Pizzul, colonna friulana dello sport nazionale. La sua voce ha narrato tantissime gesta sportive, su tutte quelle della nazionale azzurra. Avrebbe compiuto fra poco 87 anni. || Mandi a te, Bruno, che hai cresciuto generazioni di appassionati calcistici con competenza, gentilezza, in punta di piedi con una modestia innata che però era anche a volte fuori luogo rispetto alla grandezza della tua figura. Sei entrato in case di milioni di italiani con la tipica tranquillità friulana, diventando icona nazionale e simbolo di un calcio raccontato come da altri pochi come te. E per questo non possiamo che ringraziarti, perché ci hai fatto capire come il calcio sia semplicemente pura emozione. Una professione non cercata, anzi, quasi come se lei avesse cercato te, perché era scritto nel tuo destino. L’approdo in Rai e quel Mondiale di Messico 70 come quarto telecronista, crescendo sotto l’ala di Nicolò Carosio, con cui di certo non condividevi l’essere sopra le righe e fuori dal coro, ma con tanti ricordi utili per spiccare il volo, tra pagine belle e meno belle, laddove il professionista ha dovuto fare i conti con il dolore e con l’uomo.E poi la Nazionale, quell’azzurro ad accompagnare la tua carriera, le notte magiche di Italia 90, le pazzesche gesta di Baggio a Usa 94, le gioie e i dolori di Francia 98, ma non solo, il cucchiaio di Totti fino all’amarissima eliminazione contro la Corea. E un’Italia tornata a trionfare dopo il tuo personale addio alla nazionale. Nessun cruccio, e la solita sana eleganza a rispondere anche a chi ti tacciava di portare male agli azzurri. Eresia. Eresia, nella bellezza del linguaggio italiano, che fa rima con poesia, quella che tu dispensavi a piene mani in quei 90 minuti che provavi a scandire con la tua enorme competenza, e con la grande emozione che trasmettevi, sempre rigorosamente senza preparazione perché il pubblico altrimenti ti scopriva.Una carriera immensa, come il personaggio, infinita, che ha portato a premi, titoli personali, una laurea ad honorem, ma soprattutto milioni di persone che ora piangono la tua scomparsa, e una schiera di amici grandissima. Perché avevi sempre tempo per una chi (Servizio di Stefano Giovampietro)
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