15/04/2025 UDINE – Dall’abbondanza alla penuria di alternative, stagione particolare per il reparto offensivo dell’Udinese, che convive anche con la stagione più che difficile del ritorno di Sanchez in bianconero. || Dall’abbondanza alla penuria sperando in questo finale di campionato di tornare alla prima stazione, o quantomeno a una via di mezzo. A inizio stagioneil reparto offensivo dell’Udinese contava quasi tre tridenti completi pronti a fare faville. Oltre a Thauvin e Lucca, c’era caldissimo appena arrivato Sanchez, il ritrovato Davis, Iker Bravo, Damian Pizarro, l’adattabile Ekkelenkamp ma anche un Brenner che sembrava finalmente partito con il piede giusto. E in scia a questo entusiasmo infatti la partenza era stata ottima, al di là della doccia fredda dell’infortunio di Alexis Sanchez nel momento peggiore, nella sosta di settembre che avrebbe poi compromesso tutot il resto del cammino del percorso del rientro del Nino. L’altro cileno, Pizarro, si è rivelato essere più difficile da inserire di quanto si potesse pensare, e piano piano la stella di Brenner, dopo i primi sfavilli, è tornata a eclissarsi completamente. A questo si è aggiunta poi la questione infortuni; implacabile legge a martoriare la stagione di Keinan Davis, che praticamente nella seconda metà del campionato è stato desaparecido. Problemi che hanno colpito anche il capitano Florian Thauvin, prima vittima contro l’INter di un brutto colpo che ha provocato la frattura delle costole, e poi caduto nelle trame della fastidiosissima fascite plantare, dalla quale fa fatica a riemergere. Dalla massima abbondanza si è tornati a unao scenario simile a quello di un anno fa, o quasi. Il solo Lucca a sorreggere il peso dell’attacco, con l’aiuto a spot di Iker Bravo, che ultimamente non sta brillando, e di Simone Pafundi, rientrato dal prestito al Losanna a gennaio e capace di far vedere buone cose visto l’utilizzo regolare che Runjaic gli sta dando. Contro il Milan c’è stato il debutto di Pizarro, mentre Brenner resta oggetto misterioro, ma c’è bisogno di qualcosa in più, con tutto il rispetto del giovane cileno. C’è bisogno del rientro, almeno iniziando dalla panchina di Thauvin e Davis. Entrambi scalpitano per esser (Servizio di Stefano Giovampietro)
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