27/05/2025 TRIESTE – Opere pubbliche sotto la lente dell’Antimafia. Oltre ai cosueti “alert” per i gruppi criminali nell’immigrazione, rapporto annuale della DIA presentato al Parlamento l’attenzione in Friuli Venezia Giulia è puntata in particolare sull’infiltrazione de la ‘Ndrangheta negli appalti. || Le autorità prefettizie del Friuli Venezia Giulia lanciano l’allarme: le grandi opere pubbliche, motore principale della ripresa economica regionale, stanno diventando un terreno di infiltrazione per le organizzazioni mafiose, in particolare la ‘ndrangheta. Imprese edili collegate a clan criminali usano stratagemmi come il distacco irregolare di personale presso le ditte aggiudicatarie degli appalti pubblici, eludendo così i controlli e compromettendo la trasparenza del settore.Oltre a questo, la regione registra la presenza di gruppi delinquenziali, anche stranieri, attivi in traffico di stupefacenti, estorsioni, riciclaggio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A Trieste, pur senza una radicazione stabile delle mafie italiane, la posizione strategica del porto la rende un crocevia privilegiato per organizzazioni criminali straniere. Recenti operazioni hanno portato all’arresto di esponenti di gruppi cinesi e kosovari coinvolti in estorsioni e traffici legati alla “rotta balcanica” dell’immigrazione irregolare.Anche nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine si registrano fenomeni di infiltrazione criminale. A Pordenone, un’indagine ha smantellato un’organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti e al riciclaggio, con collegamenti a clan campani. Udine, invece, resta interessata da attività di gruppi legati alla ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra, oltre a gruppi stranieri dediti al traffico di droga e all’immigrazione clandestina.Il Friuli Venezia Giulia conferma quindi una solida crescita economica, ma su un terreno fragile, dove la lotta contro la criminalità organizzata resta una priorità per garantire sicurezza e sviluppo. (Servizio di Bernardo Gulotta)
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