12/09/2025 GEMONA DEL FRIULI – Nuovi particolari emergono dalle indagini sull’omicidio di Gemona relativamente alle modalità di uccisione di Alessandro Venier ma anche dei tentativi di confessione di Maylin, frenati da Lorena. || «Lo abbiamo ucciso e smembrato. Non è stato facile, né fisicamente né emotivamente. Un massacro.» Così Lorena Venier ha descritto agli investigatori l’omicidio del figlio, Alessandro Venier, 39 anni, avvenuto il 26 luglio scorsoLa donna ha parlato apertamente di premeditazione. Secondo quanto riferito da Lorena, la decisione sarebbe maturata per paura. «Eravamo terrorizzate da lui», ha dichiarato. La situazione sarebbe precipitata quando Alessandro aveva annunciato l’intenzione di trasferirsi in Colombia, dove aveva acquistato un terreno per coltivare cacao e frutta. Il suo progetto includeva la presenza regolare di Mailyn e della neonata, con viaggi previsti due volte l’anno.Lorena ha raccontato che Alessandro perdeva spesso il controllo. Picchiava la compagna, non riconosceva la sua depressione post-partum, la colpiva con un nerbo da cavallo, e più volte aveva minacciato di ucciderla. «Diceva che, una volta in Colombia, l’avrebbe portata nella foresta per annegarla in un fiume.»In passato aveva aggredito anche la madre: «Mi ha tirato un coltello e una bottiglia in faccia». Da tempo non lavorava e, secondo quanto emerso, era coinvolto in traffici di armi.A dare l’allarme è stata proprio Mailyn, che la notte tra il 30 e il 31 luglio ha chiamato il 112 per chiedere aiuto, ma è stata fermata dalla suocera. Ha quindi parlato di rumori sospetti in casa, convincendo gli operatori che si era trattato di un malinteso.Solo la mattina seguente, approfittando di un momento in cui Lorena non poteva vederla, è riuscita a contattare nuovamente i carabinieri e a confessare. Durante la chiamata, Lorena, da un’altra stanza, avrebbe cercato di farla desistere, ripetendole: «Mailyn… ricordati quanto ti voglio bene.»Poco dopo, Lorena ha ammesso tutto, registrando con un cellulare una confessione lunga oltre 26 minuti, considerata “pienamente utilizzabile” dal giudice per le indagini preliminari.Dalle testimonianze e dai documenti emergono nuovi particolari. Alessandro venne sedato con (Servizio di Stefano Giovampietro)
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