18/09/2025 VERONA – Filippo Turetta aggredito in carcere ad agosto da un detenuto, Gino Cecchettin oggi a Pordenone ha condannato l’episodio d violenza nei confronti dell’assassino di sua figlia. Sentite le sue parole || Per Gino Cecchettin l’aggressione in carcere a Filippo Turetta, l’assassino di sua figlia, dimostra ancora una volta come sia ancora lunga la strada verso la non violenza anche in contesti più difficili come le carceri. Il papà di Giulia condanna quando accaduto lo scorso agosto nel carcere di Montorio dove un detenuto ha preso a pugni il 22enne di Torreglia condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della sua studentessa di Vigonovo. Un 55enne in carcere per omicidio e tentato omicidio ha sferrato un pugno in faccia a Filippo Turetta mentre stavano entambi percorrendo un corridoio della quarta sezione del carcere veronese. Subito dopo il gesto l’aggressore è stato trasferito in cella di isolamento per 15 giorni. Avrebbe colpito Turetta senza alcun motivo anche se sembra che nei giorni precedenti l’aggressione avesse espresso disappunto per la presenza del 22enne di Torreglia nella sua stessa sezione. Il garante dei detenuti di Verona Carlo Vinco subito dopo la violenza ha incontrato Turetta per sincerarsi delle sue condizioni, il giovane non ha riportato ferite gravi. Il Garante ha anche parlato con l’aggressore che si sarebbe scusato per il gesto. “Purtroppo episodi di violenza tra detenuti avvengono di frequente” ha spiegato il Garante e anche il Sappe sindacato di Polizia Penitenziaria parla di ordine del giorno in carceri sovraffolante come quello di Montorio.Filippo Turetta condannato lo scorso dicembre in primo grado all’ergastolo per aver ucciso Giulia Cecchettin infierendo con 75 coltellate e gettando il corpo della giovane in un dirupo vicino al lago di Barcis a Pordenone da qualche tempo è stato trasferito nella quarta sezione del carcere di Montorio quella dove sono ci sono i reclusi comuni. Prima era terza dove ci sono i detenuti sorvegliati ma sarebbe stato spostato proprio perchè era sovraffolata e per questo anche i suoi avvocati avevano scritto al direzione del carcere quando Turetta venne trasferito con i detenuti comuni. – Intervistati GINO CECCHETTIN (Papà di Giulia ), GIOVANNI VONA (Refernte Sappe Triveneto) (Servizio di Valentina Visentin)


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