21/06/2024 UDINE – Sei mesi di reclusione per il figlio della vittima Almiro De monte e del responsabile delle sicurezza del cantiere in cui lo stesso aveva perso la vita lo scorso 1 ottobre, sei giorni dopo la caduta dalla scala- || Sono arrivate le condanne per la morte di Almiro De Monte, avvenuta tre giorni dopo l’incidente in un cantiere del 26 maggio 2022. La vittima era il padre dell’imprenditore che stava facendo i lavori di tinteggiatura e cartongesso nel Palazzo Riva del Giradino in Via Liruti, a Udine. Come sostenuto dal figlio, il padre, all’epoca 79enne, si era recato di sua iniziativa al cantiere per recuperare alcuni materiali mentre il figlio, Vanni De Monte, 56enne di Buja, era dal commerticalista. L’uomo era caduto da una scala a pioli in legno mentre stava stuccando il soffitto del primo piano secondo la procura di Udine, che aveva aperto un fascicoolo per omicidio colposo. Indagati il figlio della vittima e Angelo Scandolin, 67enne di San Daniele, che era coordinatore della sicurezza del cantiere. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato su richiesta della difesa e ha portato alla sentenza emessa dal gup di Udine Calrotta Silva di 6 mesi di reclusione per entrambi sospesi con la condizionale, a fronte di una richiesta di 2 anni avanzata dal pubbliuco ministero Barbara Loffredo. Vista anche la particolarità della situazione, nessun familiare si è costituito parte civile, con la convinzione che si sia trattato di una fatalità. La difesa ha cercato di sottolineare l’assenza di prove sul fatto che potesse essere un infortunio sul lavoro dal moomento che non era dimostrabile nessun presunto di rapporto di dipendenza o collaborazione. Non era la prima volta, sempre secondo l’avvocato della difesa, Paolo Dal Zilio, che Almiro andava al cantiere e la cosa effettiva che è stata contestata al figlio della vittima è stata la mancata redazione di un piano di siucurezza, che doveva prevedere l’utilizzo di un trabattello, e non di una scala doppia, per i lavori di stuccatura. E che quindi fosse responsabilità di Scandolin, che a sua volta ribatte tramite il suo legale che l’infortunio derivava da una specifica lavorazione, che è di competenza del datore di lavoro e non del coordin (Servizio di Stefano Giovampietro)


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